Chiedersi oggi quali furono i protagonisti degli Anni di Piombo è per certi versi una domanda retorica e pure fuorviante. Gli attori di quegli anni drammatici – si pensi solo a quell’anno orribile che era il 1977 – erano alla fine gli italiani tutti. L’intera popolazione si trovava coinvolta e colpita dagli innumerevoli eventi che scuotevano e facevano tremare le fondamenta della democrazia, della repubblica e della fede nella pacifica convivenza. Migliaia furono coloro che partecipavano con convinzione, entusiasmo e, a volte, abnegazione alle discussioni e lotte politiche riempendo le strade e le piazze di tutta la nazione. Furono loro le voci della protesta, le vittime della repressione, i responsabili della conflittualità permanente, le vittime, a loro volta, dello stragismo e della violenza terroristica e, in parte, i suoi ideatori ed esecutori. L’agone politico assomigliava allora ad una pentola magmatica in cui il ribollio della violenza investiva e risucchiava gran parte della popolazione, ognuno tirato a chiamarsi coinvolto, a schierarsi, a subire le conseguenze di tanto parossismo e manicheismo ideologico. A ben vedere questi anni determinarono una mutazione nell’antropologia civile della nazione intera che segnarono per lo meno il rimanente lustro del 20º secolo.
Vi furono poi chiaramente quegli italiani che toccavano con mano l’ondata di sangue che con una frequenza impressionante si abbatteva sul paese; erano le vittime del terrorismo, i loro parenti, gli inquirenti. I bersagli degli efferati giochi di guerra appartenevano alle categorie più svariate di cittadini: erano in primis i servitori dello stato, i politici, la magistratura, le forze dell’ordine. Poi gli esponenti della così detta società civile, avvocati, giornalisti, sindacalisti, imprenditori, professori universitari e studenti fino ai semplici impiegati, operai, manifestanti e innocenti viaggiatori ferroviari. Dall’altra gli esecutori delle gambizzazioni, dei sequestri, degli omicidi mirati con la nebulosa di fiancheggiatori, di portatori d’acqua, di simpatizzanti. Infine i mandanti delle stragi, i piazzisti delle bombe, nonché i depistatori di professione. L’estrazione sociale dei terroristi copriva tutta la scala della società di allora. Vi furono attori della lotta armata figli di politici, di imprenditori, giovani della buona società, intellettuali, studenti ed operai. La stessa cosa si poteva dire della loro bassa manovalanza. Diversamente i protagonisti della strategia della tensione e dello stragismo si trovarono ai livelli ben più alti della scala gerarchica: a parte gli esecutori delle stragi, che erano gli stessi terroristi o esponenti della criminalità organizzata, Cosa Nostra, 'Ndrangheta e Camorra, gli ideatori ed i mandanti erano esponenti dei servizi segreti nazionali e stranieri, generali, ufficiali delle forze armate e dell’ordine. L’Italia, nella strategia della tensione, era il terreno di gioco insanguinato da manovre, politiche ed azioni inconfessabili nella guerra tra Est ed Ovest. Inconfessabili e spesso inimmaginabili agli stessi esecutori delle efferatezze, che il più delle volte si scoprì risultare pedine inconsapevoli delle strategie del proprio nemico politico. A tanta esasperazione era stato spinto lo scontro ideologico da formare nei terroristi giudizi e visioni astrusi, completamente astratti dalle condizioni reali del paese. Gli Anni di Piombo segnano in tal senso anche l’inevitabile appiattimento dell’agone politico, della passione civile da parte delle grandi masse della democrazia italiana.
Sidoni, Paolo
Il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro. Le stragi di piazza Fontana e della stazione di Bologna. Sono forse questi i momenti più drammatici della storia della democrazia italiana. Azioni, cruente di destra e di sinistra, pagine scritte con il sangue da uomini e d...
Manzo, Paolo
Il caso di Cesare Battisti è tra quelli che più hanno fatto discutere l'Italia. Un terrorista condannato in via definitiva per quattro omicidi compiuti negli anni Settanta, che è riuscito a evitare per ben quarant'anni il carcere, fuggendo all'estero e finendo pe...
Casalegno, Andrea
È successa una cosa terribile: hanno sparato a tuo papà. Gli hanno sparato alla testa. È il 16 novembre del 1977, Carlo Casalegno, vicedirettore della Stampa, è stato ferito dalle Br. Morirà due settimane dopo. Servo dello Stato lo avevano bollato i suoi assassini...
Caprara, Mario
Fasci d'azione rivoluzionaria, Legione nera e Lotta Fascista. Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale. Squadre d'azione Mussolini, Ordine Nero e Giustizieri d'Italia. MAR, NAR e Terza Posizione. Costruiamo L'Azione e Movimento Politico Occidentale. Naziskin e Ultras....
Pannone, Gianfranco
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Annunziata, Lucia
Lucia Annunziata ci restituisce le atmosfere e i protagonisti del 1977 spesso gli stessi protagonisti dell'Italia di oggi immortalati nella loro giovinezza - intrecciando ricordo privato e indagine storico-giornalistica intorno a uno dei passaggi fondamentali dell...
Negri, Anna
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Rao, Nicola
"Trilogia della celtica" raccoglie in un unico volume, con aggiornamenti e nuovo materiale, i tre libri di Nicola Rao dedicati al neofascismo italiano: "La fiamma e la celtica", "Il sangue e la celtica", "Il piombo e la celtica". Un'indagine capillare, condotta su...
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Calabresi, Mario
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