A quiet passion, un film di Terence Davies

"Questa è la mia lettera al mondo che mai non scrisse a me"

Creato da:
Alice
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Ultimo aggiornamento: 05/06/2023

A quiet passion è un film biografico del 2016 sulla vita della poetessa statunitense Emily Dickinson, scritto e diretto da Terence Davies.

Emily Dickinson nasce a Amherst nel Massachusetts il 10 dicembre 1830.
Mentre è alle scuole superiori, presso il College di Mount Holyoke, per non doversi professare cristiana, si finge malata e chiama il padre per farsi venire a prendere. Trascorre così un periodo con la zia Elizabeth e poi torna a casa. Qui ottiene dal padre il permesso per scrivere poesie e lettere durante la notte e gli chiede, inoltre, di contattare un suo amico, il Dottor Holland, direttore dello Springfield Repubblican, un giornale che pubblica poesie. Le sue poesie verranno pubblicate, anche se l'editore cambierà alcuni dettagli.
Anni dopo, una cara amica viene a farle visita e la Dickinson le rivela che non pensa di sposarsi, ma che le basta solo la sua famiglia. Durante la sua intera vita continua a ribellarsi contro i riti cristiani. Gli anni successivi non sono per niente facili per la Dickinson: la madre soffre di depressione e non esce dalla camera, il padre muore e lei comincia ad avere problemi di salute: mani e piedi gonfi accompagnati da forti dolori. È in questo momento che Emily inizia a dare segni di odio e e repulsione verso l'intero mondo, tanto che arriva a non uscire dalla propria camera nemmeno quando ha visite. Gli ospiti si troveranno ad interagire con lei solo nel vano scale, senza possibilità di avvicinarsi.
Il volto della Dickinson adulta è di Cynthia Nixon, mentre nel cast sono presenti Jennifer Ehle, Keith Carradine, Catherine Bailey, Jodhi May.

 

Consigliato da
Alice
Fare un film sulla vita di Emily Dickinson, a mio parere, non è per niente semplice. Il passaggio dalla trasgressione giovanile alla completa repulsione verso il mondo in età adulta, sfoggiata nella sua autoreclusione definitiva, poteva rivelarsi un problema per un regista. Quando mi sono approcciata al film, già conoscendo la vita dell'autrice, temevo un film cupo e tetro. Con mia sorpresa, mi sono ricreduta. È innanzitutto molto fedele nel raccontare la vita dell'autrice: iconica la scena nel College di Mount Holyoke dove una giovane Emily si rifiuta di professarsi cristiana. L'immagine dell'autrice che ne esce è quella di una Dickinson ferma nelle sue posizioni proto femministe e fieramente contrarie al bigotto pigolio dei pur abolizionisti borghesi americani. L'autoreclusione non viene raccontata dal regista come una cosa negativa, ma come un normale e scontato sviluppo del suo pensiero. Terence Davies è riuscito a non essere scontato, trasformando una vita di reclusione, con la vista di solo quattro muri, in una piacevole esperienza per lo spettatore, immergendolo totalmente in una delle liriche dell'inimitabile poetessa americana. Infatti durante il film, la Dickinson legge varie poesie. Ecco allora che conosciamo i veri pensieri di questa grande autrice, donna dalla sensibilità acuta, per la quale la società americana dell'epoca risulta essere una gabbia. Un altro elemento di questo film che mi ha colpito è la forza dei suoi dialoghi colorati da ironia, i quali rendono più piacevole la visione.
Concludendo, il regista inglese Davies è riuscito dove altri hanno fallito, confezionando un biopic a volte divertente, a volte poetico che sa anche far riflettere.
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